Si racconta che nel castello di Felitto vivesse un Barone che tranquillizzato dall’avere ai suoi ordini un corpo di guardia numeroso abusasse del suo potere comportandosi da vero e proprio tiranno.
Tra le prerogative del suo potere c’era anche quella di esercitare lo IUS PRIMAE NOCTIS vale a dire il diritto di trascorrere la prima notte di nozze con ogni nuova sposa. La pena per chi si opponeva era un bel volo dal trabucco, un apertura che dal castello permetteva al barone di scaraventare i suoi oppositori direttamente nella profonda gola retrostante l’abitato di Felitto, dove tumultuose scorre il Calore.
La leggenda della Torre
La filastrocca della Torre recita così
‘Mpere ‘u paiese miu
- ‘n ‘g’ è ‘na torre,
longobarda o normanna cche nne saccio.
‘N ‘ge yamo a pazzia ra
zurieddi, a chera vecchia torr
re lo paiese miu.
Mo ‘ so ‘ restate
quatto caucirogne,
‘nu muro scapezzato,
e ‘na jecania. Uarda la vadde sulu nu pirtusu
cù nu finucchiu
e ddoie rose salovateche.
L’origine del nome Felitto è molto contrastata e come per tutti i paesi anche Felitto ha la sua spiegazione piuttosto fantasiosa, quasi inverosimile che fa piacere poter considerare se non proprio vera almeno possibile.
Punta Licosa rappresenta, insieme a Punta Campanella, il tratto di costa che delimita il Golfo di Salerno. Il toponimo della punta estrema e dell'isolotto accanto deriva da Leucosia, che secondo Dionigi di Alicarnasso, storico nato intorno al 60 a.C, sarebbe una cugina di Enea, morta nello stesso luogo che porta il suo nome.
Gran parte della critica è, tuttavia, concorde nel far risalire il nome Licosa ad una delle Sirene che tentò di incantare Ulisse: la piccola isola di Licosa e la punta che simboleggia il limite della terraferma, hanno dunque, come Napoli, un alone di mito che le accompagna da secoli.
Uno dei luoghi più belli di Agropoli è la baia di Trentova, meta preferita di villeggianti e turisti per le sue limpide acque e per le spiagge incontaminate. Si trova a 200m a sud dello scoglio di San Francesco e deve il suo nome a varie leggende ,una di queste dice che, in tempi remoti ,nelle grotte sottostanti lo scoglio furono rinvenute trenta uova di gabbiani.